Quando ti chiedi "cosa c'è di sbagliato in me", non stai cercando un difetto ma una ferita antica che chiede di essere guarita.

Ti sei mai chiesta "cosa c'è di sbagliato in me?" dopo l'ennesima delusione in una relazione? Se questa domanda ti tormenta, sappi che non sei sola e soprattutto: non c'è nulla di sbagliato in te.
Questo articolo è per te che dai tanto nelle relazioni ma ricevi poco, che hai aspettative costantemente tradite e che ti interroghi sul tuo valore. Scoprirai come le ferite emotive del passato creano copioni relazionali che si ripetono nel presente, e cosa fare per spezzare questo ciclo.
La domanda non è "cosa c'è che non va in me", ma "quale ferita del passato sta guidando le mie scelte oggi?"
Questa domanda tormentante nasce quasi sempre da esperienze infantili in cui i tuoi bisogni primari non sono stati adeguatamente soddisfatti. Parlo di bisogni fondamentali come il supporto emotivo, la presenza costante, la validazione dei tuoi sentimenti, l'attenzione genuina.
Quando un bambino non riceve ciò di cui ha bisogno per sentirsi sicuro e amato, la sua mente formula una conclusione che, per quanto dolorosa, gli permette di dare un senso a quella sofferenza: "Deve esserci qualcosa che non va in me. Se fossi abbastanza, mi avrebbero amato di più".
Questa convinzione, formata in un momento in cui non avevi gli strumenti per comprendere le dinamiche adulte, diventa una lente attraverso cui leggi tutte le tue relazioni future.
Nel presente, questa ferita si manifesta in pattern relazionali ben riconoscibili. Dai molto, forse troppo. Sei consapevole di avere aspettative, ma queste vengono puntualmente tradite. Ti ritrovi a chiederti: "Cosa c'è nel mio atteggiamento che spinge gli altri a reagire così?"
La verità è che non è una questione di atteggiamento sbagliato. È una ferita aperta che continua a influenzare, senza che tu te ne accorga, il modo in cui scegli, ti relazioni e reagisci nelle tue relazioni.
Quello che hai sofferto allora ti ha lasciata con cicatrici emotive che determinano ancora oggi quali persone attiri, quanto permetti a qualcuno di avvicinarsi, e quanto ti senti degna di ricevere.
Un copione relazionale è uno schema inconscio che si attiva automaticamente nelle relazioni. È come un copione teatrale scritto nella tua infanzia che continui a recitare da adulta, anche quando non ti serve più.
Questi copioni nascono come strategie di sopravvivenza emotiva. Da bambina, hai imparato determinati comportamenti per ottenere l'amore o l'attenzione disponibili. Il problema è che continui a usare quelle stesse strategie anche ora, con persone diverse, in contesti diversi.
Il punto di partenza per il cambiamento è riconoscere che è in azione nel presente un copione relazionale, non un tuo difetto intrinseco.
Inconsciamente, a volte usiamo il "dare" come merce di scambio per garantirci l'attenzione e l'amore che temiamo di non ricevere spontaneamente. È come se pensassimo: "Se faccio abbastanza, se mi rendo indispensabile, se dimostro il mio valore attraverso quello che offro, allora non potrò essere lasciata".
Il "dare" diventa quindi un tentativo di non rivivere il dolore della ferita del passato, quella sensazione di non essere stata abbastanza per ricevere amore incondizionato. Ma questa strategia è destinata a fallire perché si basa su una premessa sbagliata: che tu debba guadagnarti l'amore attraverso le prestazioni.
Quando dai per ricevere, crei relazioni sbilanciate dove il tuo valore è sempre condizionato a quanto fai, non a chi sei.
Ti riconosci in questi segnali?
Ti ritrovi sempre nello stesso tipo di relazioni insoddisfacenti, anche con persone apparentemente diverse. Dai molto più di quanto ricevi e quando provi a ridurre il tuo dare, ti senti in colpa o temi di essere abbandonata. Le tue aspettative vengono regolarmente deluse, ma continui a sperare che "questa volta sarà diverso".
Senti di dover dimostrare continuamente il tuo valore nelle relazioni. Hai difficoltà a ricevere senza sentirti in debito. Ti chiedi ossessivamente cosa hai fatto di sbagliato quando una relazione non va come speravi.
Se ti riconosci in almeno tre di questi segnali, è molto probabile che un copione del passato stia guidando le tue scelte relazionali nel presente.
Il primo passo verso la guarigione è riconoscere che quella ferita esiste, senza giudicarti per averla. Non hai scelto di vivere esperienze che ti hanno ferita. Eri una bambina che faceva del suo meglio per sopravvivere emotivamente in un ambiente che non rispondeva adeguatamente ai suoi bisogni.
La ferita non è colpa tua. Il copione che hai sviluppato era la migliore strategia che avevi a disposizione allora. Ma ora sei un'adulta con nuove risorse, nuova consapevolezza e la possibilità di fare scelte diverse.
Il lavoro da fare non è trovare il "difetto" in te, ma fare spazio a un'altra realtà: quella in cui meriti amore e attenzione semplicemente per chi sei, non per quello che fai.
Finché cerchi negli altri la conferma del tuo valore, rimarrai in balia delle loro risposte. Alcune persone ti vedranno, altre no. Alcune ti apprezzeranno, altre ti daranno per scontata. Ma questo non dice nulla su chi sei tu.
Il tuo valore non è negoziabile. Non aumenta quando qualcuno ti sceglie e non diminuisce quando qualcuno ti lascia. È una costante che esiste a prescindere dalle reazioni degli altri.
Lo step cruciale è questo: smettere di "dare per ricevere" e iniziare a "ricevere perché vali". Questo significa scegliere relazioni dove il dare e ricevere è reciproco, dove non devi dimostrare continuamente di meritare attenzione e cura.
Una volta riconosciuto il copione, puoi iniziare a costruire nuovi pattern relazionali più sani. Questo richiede pratica e pazienza con te stessa.
Inizia a notare quando si attiva il vecchio copione: quella sensazione di dover fare di più, di dover dimostrare, di dover guadagnarti l'amore. Quando lo riconosci, fermati. Respira. Ricordati che quella è la ferita che parla, non la tua verità presente.
Prova a fare l'opposto di ciò che il copione ti suggerisce. Se il copione dice "devo dare di più per essere amata", prova invece a ricevere senza contraccambiare immediatamente. Se dice "devo dimostrare il mio valore", prova invece a essere vulnerabile e autentica, mostrando anche le tue imperfezioni.
All'inizio sarà scomodo, perché stai lavorando contro anni di condizionamento. Ma ogni volta che scegli diversamente, indebolisci il vecchio copione e rafforzi un nuovo modo di stare in relazione.
Come faccio a capire se il mio dare è sano o è parte di un copione?
Il dare sano nasce da un senso di pienezza e scelta libera, non dal timore di perdere l'altro o dal bisogno di dimostrargli il tuo valore. Se ti senti in colpa quando non dai, o se dai aspettandoti qualcosa in cambio, probabilmente è un dare condizionato dal copione.
È possibile cambiare questi pattern da sole o serve aiuto?
La consapevolezza è il primo passo e puoi iniziare da sola. Tuttavia, un percorso con un professionista può accelerare significativamente il processo, aiutandoti a vedere i punti ciechi e a navigare le emozioni difficili che emergono quando lavori su ferite così profonde.
Quanto tempo ci vuole per guarire queste ferite?
Non esiste una risposta univoca. Dipende dalla profondità della ferita, dalle tue risorse attuali e dalla costanza nel lavoro su te stessa. Quello che posso dirti è che i primi cambiamenti li noterai già dopo poche settimane di pratica consapevole, ma la guarigione profonda è un percorso che si sviluppa nel tempo.
Non c'è nulla di sbagliato in te. C'è una ferita antica che chiede di essere vista, riconosciuta e guarita. C'è un copione scritto quando eri bambina che ha fatto il suo tempo e può essere riscritto.
Sei pronta a cambiare la storia? La guarigione inizia quando riconosci il copione e scegli consapevolmente di non seguirlo più. Inizia oggi, con gentilezza verso te stessa, ricordandoti che meriti amore e attenzione non per quello che fai, ma per chi sei.
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